Legàmi parte da Venezia nel febbraio del 2018 da un’idea di Nicoletta Miari-Fulcis e Sabrina Dogà ed “approda” a Belluno con un ambizioso progetto: collegare tra loro espressioni artistiche, luoghi ed oggetti apparentemente differenti.
Lo splendido contesto territoriale, storico ed artistico di Villa Miari-Fulcis a Modolo (BL), e il consueto appuntamento autunnale della Mostra Mercato ne è stato e ne sarà ancora in futuro l’occasione. L’opportunità data ad artisti ed espositori offre lo stimolo per promuovere nuove collaborazioni, consolidarne altre già in essere, ma soprattutto induce a sostenere la convinzione che unendo la creatività artistica ai talenti artigianali sia possibile attuare una sorta di rinascita dell’eccellenza italiana.
La collaborazione con le amministrazioni locali, gli istituti scolastici e le associazioni rafforzano l’importanza territoriale dell’intero progetto.










il LUOGO: riattivare ed investire
Nella seicentesca Villa Miari-Fulcis di Modolo, nelle immediate vicinanze di Belluno, a corollario della Mostra Mercato “Arte Artigianato Agricoltura” che da diversi anni promuove in loco l’eccellenza artigianale italiana ed internazionale, la famiglia Miari-Fulcis apre quest’anno per la prima volta una delle vecchie stalle del Borgo: nuovo spazio espositivo per sedici artisti contemporanei operanti fra la laguna e le Dolomiti, nel desiderio di ricreare e rinsaldare l’antico legame fra Belluno e Venezia.
Villa Miari-Fulcis, nei suoi ampi spazi e nei suoi possedimenti, ha sempre coniugato la bellezza artistica ad un ruolo economico di prestigio, ponendosi nel tempo obiettivi e risultati di rilievo, spesso all’avanguardia.
Il segno concreto del legame tra bellezza e imprenditorialità si avrà dalla realizzazione di 16 nuovi oggetti ottenuti dalla collaborazione fra gli artisti e gli artigiani partecipanti alla Mostra “Arte Artigianato Agricoltura”.
Gli oggetti creati daranno vita a un’istallazione che verrà collocata nell’ampio scoperto della Villa: lo sfondo magniloquente delle montagne farà da cornice ai legami fra le creazioni, in un dialogo rinnovato fra arte, tecnica e luoghi della natura e dell’uomo.
NON Arte come Rappresentazione, non Oggetti come Riproduzioni e Tecniche, ma collaborazione fra materia e forma, tecnica e messaggio, utile e poetico: Legàmi, appunto, come vuole lo spirito della manifestazione.
Per tutta la durata della mostra ogni artista avrà la possibilità di attivare propri workshop creativi dedicati ai visitatori.
Le opere prodotte e l’iter delle loro realizzazione con foto ed appunti, saranno raccolte in un catalogo che sarà disponibile in occasione della Mostra Mercato organizzato dalla Croce Rossa Italiana, a cui proventi saranno interamente devoluti.





gli ARTISTI: esporre e condividere
L’ex stalla sarà il vero fulcro espositivo delle due giornate di “Legàmi”.
Lo spazio interno, memore della sua vocazione, conserverà la tipologia originaria, fatta salva la suddivisione degli stalli dedicati all’esposizione.
Gli artisti potranno utilizzare i divisori lignei, che definiranno tre tipologie spaziali, quali sostegni per le proprie opere, che dovranno essere installate già dal pomeriggio del giorno precedente l’apertura.
L’organizzazione provvederà alla pubblicazione del catalogo che sarà disponibile nel desk posto al centro dello spazio espositivo.
I workshop gestiti dagli artisti, avranno luogo all’esterno, con tavoli e sedie a cura dell’organizzazione.
In caso di maltempo i laboratori artistici si svolgeranno all’interno. L’artista potrà gestire i propri workshop in maniera autonoma, sia nei contenuti che nelle modalità; il tutto sarà concordato con l’organizzazione almeno un mese prima della mostra, e comunque entro e non oltre il 20 agosto 2018.

Tra la stalla e il Borgo, nell’ampio spazio aperto, la sera del sabato sarà organizzato uno SpritzArtistico che durerà ben oltre il consueto orario della Mostra Mercato.
L’aperitivo sarà occasione per focalizzare l’attenzione sugli artisti che racconteranno se stessi e le proprie opere.
I curatori dell’evento saranno a disposizione del pubblico per presentare il progetto ai visitatori.
Un gruppo musicale allieterà gli ospiti e fungerà da corollario per una serata speciale, dedicata all’arte.
La pubblicizzazione dell’evento, condivisa anche con gli studenti degli istituti scolastici cittadini, sarà a totale cura dell’organizzazione.
La mostra sarà presentata alla stampa territoriale e nazionale e durante le due giornate di apertura sarà presentata al pubblico in orario da stabilirsi.


gli ARTIGIANI ESPOSITORI partecipare e produrre
Gli espositori interessati alla collaborazione con gli artisti metteranno a disposizione un oggetto che li rappresenti in modo significativo. Esso sarà reinterpretato da uno degli artisti con metodologia appropriata.
Agli espositori interessati alla collaborazione non sarà richiesto alcun riconoscimento economico nei confronti dell’organizzazione di “ Legàmi”.
La cooperazione tra artista ed artigiano sarà valutata in fase preliminare appena le collaborazioni si consolideranno.
La progettazione, la realizzazione e la gestione del prototipo, dopo una valutazione preliminare, saranno oggetto di ulteriore definizione.
Tra gli interessati si stilerà un accordo legato esclusivamente all’evento in questione.
L’organizzazione si riserva la proprietà del progetto. La collaborazione tra le due figure sarà sempre mediata dallo staff organizzativo.


“Legami” come linea ideale di collegamento all’interno di un territorio denso di realtà produttive, artistiche e paesaggistiche di altissimo livello.
Il rapporto tra Venezia e Belluno, per altro molto antico, vuole essere un’ulteriore occasione di promozione diffusa nel territorio.
Le molte realtà storico-artistiche presenti nell’area sono testimonianze da valorizzare e coltivare.
Sono innumerevoli i consorzi e le associazioni che promuovono attività di vario genere nell’asse tra Venezia e le Dolomiti: itinerari naturalistici, storici, culturali, enogastronomici, sportivi, e quant’altro.
“Legàmi” è un filo sottile, ma tenace, che unisce due realtà radicate nel territorio per tradizione come arte ed artigianato. Un legame che va sostenuto alla luce del suo possibile potenziamento futuro, quale esempio virtuoso di sviluppo economico all’interno di una realtà di pregiato valore storico artistico che ha investito su se stessa modificando la propria funzione iniziale.
La Villa veneta, originariamente dimora di vacanza, sapientemente gestita grazie allo sviluppo della produzione agricola e dell’allevamento.
A cominciare dall’introduzione della coltivazione del Mais già ai tempi della Serenissima, per passare agli impianti di disidratazione dell’Erba Medica; la crescita del Borgo; l’occhio attento al turismo; gli eventi cittadini e molto altro ancora dimostrano come negli anni la funzione del luogo abbia subito trasformazioni profonde legate soprattutto all’ottimizzazione di una risorsa fondamentale: sé stessa.
Da qui parte la volontà di trasformare un pezzo di quel luogo, che già da anni coniuga temi importanti per il territorio, in nuova occasione di trasformazione, di mutamento e di crescita.

la STORIA della Villa
Villa Miari-Fulcis di Modolo è una tra le 15 ville maggiori della provincia di Belluno.
Percorrendo la strada che attraversa la campagna di Modolo, si arriva ad una piazzetta ove sorge la cappella di famiglia dedicata a San Lorenzo.
Oltrepassando il cancello settecentesco si entra nel giardino della Villa e si incontra il vecchio magazzino abbellito da una serie di sette meridiane dipinte nel XIX secolo dal Conte Francesco Miari-Fulcis, Professore di Geodesia all’Università di Padova; subito dopo appare la grandiosa costruzione del primo Ottocento disegnata dall’architetto Andrea Miari.
Il corpo centrale, decorato da semicolonne ioniche e corinzie, si prolunga in un’ala alla quale è addossato un altro edificio di minor altezza, la Barchessa con portico al piano terreno e con le cantine interrate ove è ancora leggibile la data del 1644. Il complesso costituisce uno dei maggiori esempi di ville perfettamente inserito nella grande tradizione dei più significativi modelli veneti.

Nel secolo XVIII la Villa assunse le dimensioni e l’aspetto attuale ad esclusione della scala. Il blocco centrale molto legato ad un tradizionale rigore stilistico di derivazione classica è posto in risalto sull’intero complesso edilizio dal quale emerge maestosamente.
Nel saloni del piano rialzato si possono ammirare splendide decorazioni: purtroppo molte tele, tra le quali citiamo quelle del bellunese Eugenio Monti, sono andate distrutte durante la guerra mondiale del 1915-18 e molte altre durante la successiva.
Sull’ampia scalinata esterna sono scolpiti lo stemma di Casa Miari, la data del 1806 ed il nome dello scalpellino Giovanni Maria De Vetori. Il giardino che si estende davanti alla Villa ha una magnifica vera di pozzo della fine del Seicento adornata da un gruppo di stemmi gentilizi. Al di là del giardino i resti di un’antica fontana, mentre la facciata posteriore della Villa introduce in uno splendido parco.Tra il 1920 ed il 1940 Il Borgo di Modolo fu interamente ricostruito con l’utilizzo di moderne metodologie costruttive introdotte dall’ing. Miari-Fulcis.
Dalla fine degli anni ‘40 il conte Giacomo Miari-Fulcis (1928 - 2003), succeduto al padre Francesco prematuramente scomparso, adottò tecniche innovative in campo agricolo introducendo fin dai primi anni ‘50 la mungitura in automatico con produzione di burro e formaggio; nel 1958 fece installare il primo impianto per la disidratazione dell’erba medica e negli anni ‘70 sviluppò un’importante allevamento di cavalli purosangue inglese.
Negli anni ’80 nell’azienda agricola di Modolo venne realizzato l’allevamento di bovini da carne mentre negli anni ’90 l’azienda ebbe il più importante centro di allevamento brado biologico di suini, ancor oggi riportato come esempio dagli esperti del settore.
Oggi la Villa con il Borgo e la campagna circostante continuano a vivere grazie alle nuove generazioni che, nell’insegnamento del passato, proseguono nelle innovazioni introducendo attività complementari quali turismo, sport, didattica, e produzioni energetiche.


i SOGGETTI COINVOLTI
Il progetto “Legàmi” nasce dall’incontro tra Nicoletta Miari-Fulcis e Sabrina Dogà, architetto veneziano che da qualche anno allarga le proprie competenze nell’ambito della produzione artigianale di oggetti legati al mondo dell’arte figurativa contemporanea.
Il legame tra le due donne è stato da subito profondo per le molteplici affinità elettive che le contraddistinguono, non ultima la volontà di una condivisione attiva degli aspetti anche quotidiani della gestione, del riutilizzo e della conservazione dei beni storici artistici in generale.
La Mostra Mercato “Arte Artigianato Agricoltura” di Modolo offre l’occasione per innescare un possibile nuovo strumento di utilizzo di un bene di grande valenza territoriale.
